ROMA (MF-NW)--Ripercorrere la storia di Consob e parallelamente dello sviluppo della finanza in Italia. Partendo dal 1974, quando, all’indomani del crack Sindona, il governo di Mariano Rumor varò un decreto-legge per istituire anche in Italia uno sceriffo della Borsa sul modello della statunitense Sec, creata 40 anni prima. Un passaggio fondamentale fu poi il Testo unico della finanza (Tuf), varato nel 1998, con il contributo tecnico della Commissione di giuristi ed economisti presieduta da Mario Draghi, all’epoca direttore generale del ministero del Tesoro. E' questo l'obiettivo del volume 'Consob 50 anni di storia', curato dal professor Guido Ferrarini. La narrazione prosegue fino ai giorni nostri, con le applicazioni di intelligenza artificiale nelle negoziazioni algoritmiche e nelle attività di vigilanza. Il libro è composto da sei capitoli, uno introduttivo e cinque che raccontano ciascuno una decade della storia dell'Autorità di Borsa.
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE
Il primo capitolo fornisce una rappresentazione sintetica dei primi 50 anni di attività della Consob, in alcuni aspetti generali e, poi, nei loro contenuti essenziali. I capitoli successivi offrono, invece, l’analisi di ciascuno dei cinque decenni di operatività della Commissione in maggiore dettaglio. L’analisi dei cinque decenni è svolta secondo uno schema prefissato, che ripartisce i fenomeni osservati in tre sezioni, riguardanti, rispettivamente, l’evoluzione legislativa e regolamentare; l’organizzazione e l’attività della Consob nel periodo considerato; l’andamento del mercato mobiliare e il suo sviluppo.
CAPITOLO 2: I PRIMI PASSI, 1974-1984
La prima decade di storia della Commissione vide succedersi 3 presidenti: Gastone Miconi (1975-1980), Guido Rossi (1981-1982) e Vincenzo Milazzo (1983-1984). Il decreto legge 95/1974, convertito nella legge 216/1974, aveva attribuito alla Commissione il controllo del mercato borsistico, trasferendole le competenze relative al funzionamento delle borse, fino ad allora attribuite al ministero del Tesoro. Il criterio di individuazione della sfera di controllo della Consob fu dunque, inizialmente quello settoriale (o sezionale), riferito alle società ed enti i cui titoli erano negoziati abitualmente in una o più borse ufficiali. Alla Consob fu affidata la vigilanza sull’operatività diretta negli scambi all’interno del mercato borsistico, con facoltà di intervenire con provvedimenti organizzativi, autoritativi e di controllo, prima spettanti alle camere di commercio e alle Autorità locali di borsa. Peculiarità dell’ordinamento sezionale della borsa era altresì l’operatività degli agenti di cambio, autorizzati a negoziare in esclusiva i titoli ammessi a quotazione. Tuttavia, già le prime disposizioni legislative e regolamentari delinearono un’attenzione non limitata alle sole società quotate, bensì più in generale rivolta al mercato mobiliare, considerato, tra l’altro, il potere della Consob di 'ammissione d’ufficio alla quotazione in uno o più borse di titoli abitualmente e largamente negoziati emessi da società o enti che abbiano i requisiti prescritti'.
CAPITOLO 3: IL BIG BANG ITALIANO, 1984-1994
La seconda decade di storia della Commissione vide succedersi 3 Presidenti: Franco Piga (1984-1990), Bruno Pazzi (1990-1992) ed Enzo Berlanda (1992-1997). A metà degli anni ‘80 intervenne nel Regno
Unito il cosiddetto big bang, ossia l’ampia riforma della borsa di Londra promossa dal governo di Margareth Thatcher, che rimosse le limitazioni di carattere pubblicistico che regolavano l’accesso al mercato, liberalizzandolo. Tale riforma fu, nei fatti, il frutto di un accordo intervenuto nel 1983 tra il governo Thatcher e la borsa di Londra, diretto a superare le criticità sollevate dall’Autorità antitrust domestica, aventi a oggetto l’insieme delle pratiche restrittive all’epoca in essere per gli intermediari ammessi alle negoziazioni, quali la previsione di commissioni minime fisse e la single capacity, che richiedeva la separazione tra i broker che agivano come agenti per i clienti e gli operatori che agivano in proprio. Per entrambi venne
meno il requisito di indipendenza da gruppi finanziari più ampi e furono inoltre ammessi gli intermediari esteri alla borsa valori. La riforma entrò in vigore il 27 ottobre 1986 e fu presa, poi, ad esempio e realizzata in vari Stati europei. In Italia, la legge 2 gennaio 1991, n. 1 (legge Sim) rivoluzionò il panorama delle attività di intermediazione mobiliare, determinando il progressivo superamento dei modelli di intermediazione preesistenti.
CAPITOLO 4: L’ETÀ DELLE RIFORME, 1994-2004
La terza decade di funzionamento della Commissione vide succedersi 3 presidenti: Tommaso Padoa–Schioppa (1997-1998), Luigi Spaventa (1998-2003) e Lamberto Cardia (2003-2010). Le riforme legislative che hanno caratterizzato questo periodo oscillano fra due diversi poli concettuali – da un lato, la liberalizzazione delle attività, dall’altro, la tutela degli investitori e l’integrità dei mercati – che si sono alternate secondo considerazioni talvolta contingenti, con l’obiettivo di fornire un quadro di regolamentazione efficace per garantire lo sviluppo ordinato dei mercati nel contesto europeo e internazionale. Le prime innovazioni del periodo sono intervenute nel 1996, in occasione del recepimento della Direttiva del 1993 in materia di servizi di investimento. Tale direttiva perseguiva gli obiettivi della modernizzazione del diritto dei mercati finanziari e della armonizzazione minima di tale diritto a livello comunitario. Essa si poneva in piena continuità con l’esperienza di liberalizzazione (big bang) occorsa precedentemente nella City londinese, con il chiaro obiettivo di replicarne i risultati raggiunti anche in ambito europeo. Due anni dopo, venne adottato il Testo unico della finanza (Tuf). I lavori del Tuf furono realizzati da una Commissione interistituzionale costituita presso il Tesoro, assistita da un comitato di giuristi ed economisti, a testimonianza del carattere innovativo e corale che fu proprio della riforma e dell’alta professionalità dei partecipanti. ministro del Tesoro e presidente della Commissione interistituzionale erano, rispettivamente, Carlo Azeglio Ciampi e Mario Draghi. In questo clima di sforzo comune, quale emerge dalle Relazioni dell’epoca, l’apporto della Consob alla discussione sulle regole che avrebbero dovuto informare i comportamenti di mercato, emittenti e intermediari è stata importante.
CAPITOLO 5: L’ETÀ DELLA CRISI E DELLA VIGILANZA EUROPEA, 2004-2014
Nella quarta decade, al termine del mandato di Lamberto Cardia (2010), fu nominato presidente Giuseppe Vegas (2011-2017). Gli scandali finanziari domestici (principalmente Cirio e Parmalat), verificatisi
verso la fine del precedente decennio hanno determinato una risposta dell’ordinamento, intervenuto con la legge n. 262 del 2005 (Legge sul risparmio). Essi avevano reso evidenti le lacune dell’informazione fornita al mercato, nonché la mancata efficacia dei meccanismi di controllo, sia interni sia esterni. La riforma ha introdotto soluzioni dirette a migliorare il livello dell’enforcement pubblico e privato, che interessavano anche il profilo istituzionale delle autorità di vigilanza. Con le parole del presidente Cardia, 'a oltre due anni dallo scandalo Parmalat, l’approvazione della riforma del risparmio ha rappresentato un segnale importante, da troppo tempo atteso, della volontà di intervenire in profondità sui problemi emersi'. Pochi anni dopo, la crisi finanziaria del 2008 è stata il principale motore delle riforme del periodo. Il collasso della Lehman Brothers, conseguente allo scoppio della bolla dei mutui subprime che colpì l’economia statunitense, aveva scosso profondamente la fiducia degli investitori, scatenando forti tensioni
e notevole incertezza sui mercati, alimentate dall’opacità informativa circa la solidità finanziaria delle maggiori banche d’affari. Il repentino aumento del rischio di controparte determinò una significativa contrazione della liquidità sul mercato, che colpì anche l’economia reale. La crisi mise in luce evidenti difetti nelle dinamiche di mercato, oltre all’inadeguatezza delle strutture di governance economica in Europa.
CAPITOLO 6: L’ETÀ DEL FINTECH, DELLA SOSTENIBILITÀ E DELL’INTEGRAZIONE FINANZIARIA EUROPEA, 2014-2024
Nell’ultimo decennio oggetto di studio, la presidenza della Consob è passata nel 2018 da Giuseppe Vegas a Mario Nava, che è rimasto in carica per un semestre. Nel marzo del 2019, è stato nominato presidente Paolo Savona. Il fulcro della produzione normativa del decennio è rimasto principalmente a livello europeo, sviluppandosi lungo il filo conduttore del completamento della Capital markets union (Cmu), varata dalla Commissione europea nel 2015, con l’obiettivo della effettiva realizzazione della libera circolazione dei capitali in Europa e il superamento della dipendenza dell’economia europea dal finanzia mento bancario279. Nel suo Green Paper, la Commissione Ue definì 30 azioni
(da realizzarsi entro il 2019) inquadrate in sei direttrici fra loro complementari: il finanziamento dell’innovazione, delle start–up e delle società non quotate; la riduzione delle barriere per la raccolta di capitali sui mercati pubblici; lo sviluppo di strutture per gli investimenti a lungo termine, di carattere infrastrutturale e soste nibile; la promozione degli investimenti retail e istituzionali; lo sfruttamento della capacità bancaria per sostenere l’economia in generale; nonché l’agevolazione degli investimenti transfrontalieri. La Cmu rappresenta un quadro unitario di politi che legislative, sviluppato e arricchito nel corso degli anni con l’obiettivo di stimo lare la crescita economica dell’Unione, canalizzando efficientemente il risparmio verso le imprese, in un ecosistema finanziario solido e integrato. Essa è nata poco dopo la costituzione dell’Unione Bancaria Europea, dalla quale si differenzia, tra l’altro, per via dell’iniziale minore coincidenza con l’area euro e la moneta unica e per l’assenza di un single supervisor, ossia un’Autorità centrale di supervisione.
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2419:15 ott 2024