12:27 | 25 Mar 2025

FOCUS: Oxford Economics conferma stime Pil Italia nonostante minaccia dazi

MILANO (MF-NW)--La minaccia dei dazi statunitensi continua a pendere come una spada di Damocle sull'economia italiana, ma Oxford Economics prevede ancora una crescita del Pil dello 0,4% quest'anno e dello 0,7% nel 2026 per il Paese.

“Continuiamo a pensare che l'amministrazione Trump imporrà una tariffa generalizzata del 10% sui beni importati dall'Ue e crediamo che l'Ue si vendicherà aggiungendo una tariffa generalizzata equivalente sulle importazioni dagli Stati Uniti”, commenta il capo economista Nicola Nobile.

Oxford Economics ha corretto la sua ipotesi sulla spesa militare dell'Ue “che secondo noi raggiungerà gradualmente il 3% del Pil entro la fine del decennio. L'Italia non raggiungerà questo livello di spesa militare, ma si prevede che la aumenterà dell'1% circa del Pil entro la fine del decennio. Questa espansione fiscale non stimolerà sostanzialmente la crescita, anche se è comunque positiva per l'Italia. Alla fine del 2030, il Pil italiano dovrebbe essere superiore di circa 0,7 punti percentuali rispetto alle nostre precedenti previsioni”.

Per Nobile l'inflazione aumenterà solo gradualmente. L'esperto ritiene che l'indice dei prezzi al consumo si attesterà in media intorno al 2% quest'anno, grazie al rafforzamento dell'inflazione energetica.

Lo slancio dei consumi rimarrà solido. Quelli privati sono aumentati dal primo trimestre del 2024 e Oxford Economics prevede che rimarranno relativamente solidi.

Gli investimenti residenziali si normalizzeranno, mentre quelli delle imprese aumenteranno di ritmo. Nobile ritiene che gli investimenti non residenziali miglioreranno gradualmente nei prossimi trimestri, soprattutto grazie all'allentamento delle condizioni finanziarie e al lento miglioramento della domanda esterna.

Il governo è impegnato in un percorso di consolidamento fiscale. Nello scenario di base, Oxford Economics non prevede una crisi obbligazionaria e si aspetta che lo spread Btp/Bund aumenti marginalmente rispetto al livello attuale, poiché il governo si è impegnato in un percorso di consolidamento fiscale pluriennale.

Infine, sottolinea Nobile, il governo ha speso il 30% del fondo di ripresa dell'Ue. Secondo gli ultimi dati ufficiali, a settembre il governo italiano ha speso circa 60 miliardi di euro dei fondi assegnati dal programma Next Generation dell'Ue.

alb

alberto.chimenti@mfnewswires.it


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