MILANO (MF-NW)--Nelle ultime settimane, gli sviluppi geopolitici hanno dominato la scena. Tuttavia, è importante non perdere di vista l'evoluzione delle principali variabili macroeconomiche. Secondo Alberto Conca di Zest, i dazi avranno senza dubbio un impatto sulla crescita economica statunitense, ma difficilmente innescheranno una recessione.
"Ipotizzando un dazio globale del 10% e un dazio del 30% specificamente applicato alla Cina, le aspettative di crescita per il 2025 sono previste in calo, passando dal +2,2% di fine 2024 al +1,4% entro la fine del 2025. È importante sottolineare che queste stime sono altamente volatili e difficili da prevedere, soprattutto considerando i frequenti dietrofront del presidente Donald Trump su decisioni precedentemente annunciate. Di conseguenza, questo rallentamento dovrebbe pesare sugli utili societari dell'S&P 500, che sono già stati rivisti al ribasso nelle ultime settimane. Tuttavia, al momento non vi sono segnali chiari di una recessione imminente. Piuttosto, l'economia statunitense potrebbe essere entrata in una fase di rallentamento, guidata in larga parte dalla questione dei dazi", afferma Conca.
Come contrappeso all'impatto negativo dei dazi, l'amministrazione Trump ha recentemente annunciato l'intenzione di introdurre il "Big Beautiful Bill" (Bbb), un pacchetto di agevolazioni e riduzioni fiscali. Tuttavia, questa nuova legislazione dovrebbe avere un effetto più limitato sugli utili societari rispetto ai tagli fiscali introdotti durante il primo mandato di Trump, sottolinea l'esperto. I benefici si osserveranno principalmente su settori specifici. In particolare, per quanto riguarda le spese in conto capitale (CapEx) e la ricerca e sviluppo (R&S), spiega Conca, aggiungendo che i settori che potrebbero ottenere i maggiori risparmi fiscali sul flusso di cassa libero sono quello farmaceutico, automobilistico e quello dei servizi pubblici.
"Considerando l'impatto combinato di dazi e del Bbb, il settore farmaceutico risulta il principale beneficiario, con una crescita dei ricavi attesa pari a +2% su base annua", commenta l'esperto. Dal lato delle famiglie, per Conca il Bbb dovrebbe avere un effetto "decisamente positivo". Tuttavia, il peso complessivo dei dazi rischia di superare questi benefici. "Il 60% delle famiglie a basso reddito sarà colpito in modo sproporzionato dalle nuove tariffe, perdendo oltre l'1% del proprio potere d'acquisto attuale. Al contrario, l'impatto sulle famiglie ad alto reddito sarà praticamente trascurabile", avverte il gestore.
L'INFAZIONE DOVREBBE DIMINUIRE
"Passando all'inflazione, per comprendere le dinamiche recenti è necessario partire dall'immigrazione, poiché i due fenomeni sono strettamente collegati", prosegue Conca. Se si osserva la quota di persone nate all'estero sia nella forza lavoro statunitense sia nelle unità abitative in affitto tra il 2020 e il 2024/25, in entrambe i casi emerge che la loro crescita ha superato di gran lunga quella della popolazione complessiva. Questa tendenza, in particolare per quanto riguarda la domanda di case in affitto, ha spinto i prezzi degli affitti nettamente verso l'alto, afferma l'esperto, aggiungendo che questi livelli elevati si sono mantenuti nel tempo, esercitando una pressione significativa al rialzo sul tasso d'inflazione complessivo. "Dall'elezione di Trump, il flusso di immigrati clandestini in ingresso nel Paese attraverso il confine meridionale è diminuito drasticamente. Questa tendenza dovrebbe avere un effetto meccanico nello spingere i prezzi degli affitti verso il basso e, di conseguenza, nel ridurre l'inflazione", osserva Conca. Man mano che i contratti di locazione scadono e vengono rinnovati a tassi incrementali più contenuti (l'inflazione misura la variazione dei prezzi anno su anno, non il livello dei prezzi), la componente affitti, che rappresenta circa il 35% del paniere dell'inflazione, eserciterà un impatto disinflazionistico significativo sull'inflazione complessiva. L'indice dei prezzi al consumo (Cpi), al netto della componente affitti, si mantiene intorno al 2% da oltre un anno. "Questa analisi potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi d'interesse già nella prossima riunione di luglio, nonostante le aspettative di mercato indichino il primo taglio a settembre", afferma Conca. Infine, dal lato dei consumi, le famiglie sembrano attualmente in una solida situazione finanziaria, se si osserva il rapporto tra il patrimonio immobiliare netto e la spesa per consumi. Questo indicatore può essere utilizzato per valutare il potenziale delle famiglie di ricorrere a prestiti garantiti dalla propria abitazione (home equity loans) come strumento per stimolare i consumi. "Naturalmente, dall'altro lato dell'equazione, ciò richiederebbe sia una riduzione dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve, sia un allentamento degli standard creditizi da parte delle banche, due fattori che negli ultimi anni hanno fortemente limitato l'attività di concessione di prestiti.
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
3013:03 giu 2025