MILANO (MF-NW)--Le aspettative dei mercati prevedono che la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronunci contro l'uso, da parte dell'amministrazione Trump, dell'International Emergency Economic Powers Act (Ieepa) per giustificare i dazi. Tuttavia, anche se la Corte dovesse ritenere i dazi basati sull'Ieepa non validi, il Presidente Trump potrebbe ristabilire le misure attraverso altri strumenti giuridici. Pertanto, l'attuale aliquota tariffaria effettiva media del 13% è destinata a rimanere invariata, commentano Tiffany Wilding, economista, e Libby Cantrill, Head of Us Public Policy di Pimco.
TRUMP POSSIEDE AMPI POTERI COMMERCIALI
"I dazi e la politica commerciale sono stati al centro della campagna elettorale del presidente Trump, che ha agito rapidamente una volta insediato. Ha introdotto dazi su larga scala, preferendo applicarli ai sensi dell'Ieepa, un uso non ancora testato dal punto di vista giuridico", commentano gli esperti. La legge commerciale Usa conferisce al presidente ampi poteri, sebbene non illimitati. Ad esempio, la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962 consente di imporre dazi quando le importazioni compromettono la sicurezza nazionale mentre la Sezione 301 del Trade Act del 1974 consente di imporre restrizioni commerciali in risposta a pratiche commerciali sleali da parte di un altro Paese. Tuttavia, entrambe le sezioni richiedono indagini approfondite e autorizzazioni da parte del Dipartimento del Commercio. Inoltre, le minacce economiche più generali o relative alla bilancia dei pagamenti rientrano nella Sezione 122 del Trade Act, che consente l'applicazione di un dazio del 15% sulle importazioni per far fronte ai grandi deficit commerciali. Tuttavia, senza l'approvazione del Congresso, il presidente è limitato a un periodo di attuazione di 150 giorni.
DAZI IEEPA AGGIUNGONO 8 PUNTI PERCENTUALI AD ALIQUOTA TARIFFARIA
"Il presidente Trump ha utilizzato l'Ieepa per imporre più della metà dei dazi di quest'anno, comprese le misure relative al Messico, al Canada, i dazi relativi al fentanyl cinese e i dazi reciproci su vari altri Paesi", proseguono gli esperti. Dopo che i tribunali hanno stabilito l'illegalità di queste misure, il contenzioso è passato alla Corte Suprema, dove i giudici hanno mostrato evidente disagio nei confronti dell'uso dell'Ieepa per imporre dazi in modo specifico. Attualmente, le misure basate sull'Ieepa aggiungono circa 8 punti percentuali all'aliquota tariffaria effettiva statunitense, pari a circa il 13,5%. "Una sentenza di ampia portata contro l'uso dell'Ieepa da parte dell'amministrazione dovrebbe teoricamente ridurre l'aliquota effettiva di tale importo, sebbene sia possibile una sentenza di portata più circoscritta", spiegano gli esperti.
NONOSTANTE LA DECISIONE DELLA CORTE, TRUMP RICOSTRUIRÀ SISTEMA DAZI
Tuttavia, indipendentemente dalla decisione della Corte, l'amministrazione potrebbe ricostruire il regime dei dazi con altri strumenti giuridici. Ad esempio, proseguono gli esperti, "le indagini in corso ai sensi della Sezione 232 nei settori farmaceutico, tecnologico, chimico e delle materie prime potrebbero consentire al presidente di aumentare i dazi su una vasta gamma di prodotti. Le indagini ai sensi della Sezione 301 su importanti partner commerciali, tra cui Europa, Giappone e altre economie dell'Asia orientale, potrebbero replicare gli accordi commerciali negoziati dall'amministrazione e ripristinare i tassi attuali". Inoltre, l'imposizione di un dazio universale del 15% per un periodo massimo di sei mesi, invocando la Sezione 122, concederebbe all'amministrazione più tempo per completare le nuove indagini. Dal punto di vista macroeconomico, concludono gli esperti, "i cambiamenti nella politica tariffaria potrebbero far salire il deficit statunitense a lungo termine dal 6% circa del Pil al 6,5-7%, a seconda della sentenza della Corte. Tuttavia, se l'amministrazione ricorrerà rapidamente ad altri mezzi legali per ripristinare i dazi attuali, le implicazioni fiscali saranno limitate a circa 100 miliardi di dollari di rimborsi, un importo relativamente modesto nel contesto più ampio dei 1.800 miliardi di dollari di deficit fiscale annualizzato degli Stati Uniti".
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
2712:02 nov 2025