MILANO (MF-NW)--La prospettiva dell'introduzione di una serie di nuovi dazi da parte dell'amministrazione Trump ha portato analisti ed economisti a ritenere che l'euro possa tornare sulla parità con il dollaro nel 2025, riferisce la Cnbc.
L'IMPATTO DI TRUMP SUL DOLLARO
Dopo la vittoria di Trump alle elezioni del 5 novembre, che ha anche consegnato al partito repubblicano il controllo di entrambe le camere del Congresso, il dollar index - che misura il biglietto verde rispetto a un paniere di valute - è salito sui massimi da un anno. Il cambio euro/usd si è deprezzato rapidamente, scendendo brevemente sotto 1,05 dollari il 14 novembre per la prima volta dall'ottobre del 2023. Solo due mesi fa era a quota 1,17. La proposta di un dazio universale del 10% su tutte le importazioni e di un dazio del 60% sulle merci provenienti dalla Cina, insieme ai piani di Trump di tagliare le tasse e di ridurre l'immigrazione, sono ampiamente attesi come fattori di pressione inflazionistica negli Stati Uniti. Ciò indurrebbe la Federal Reserve a ridurre i tassi di interesse a un ritmo più lento del previsto e a esercitare maggiore cautela nel breve termine. Tassi d'interesse più alti generalmente sostengono la valuta.
ADDETTI AI LAVORI VEDONO EURO/USD SULLA PARITA' IN 2025
“L'euro ha sofferto più di altri sulla scia della vittoria di Trump e dubitiamo che questo fenomeno si attenuerà presto”, commenta James Reilly, economista senior di Capital Economics, prevedendo che l'euro raggiungerà la parità con il dollaro entro la fine del 2025. Così come la Federal Reserve potrebbe procedere più lentamente con i tagli dei tassi e rilanciare il dollaro, la Banca Centrale Europea potrebbe ora allentare la politica monetaria in misura maggiore, a causa del “colpo economico del rallentamento delle esportazioni”, osserva Reilly. Per l'economista permangono diverse incertezze, tra cui la possibilità di applicare legalmente i dazi, se saranno semplicemente uno strumento di negoziazione o se saranno semi-permanenti, e se alcuni Paesi o beni saranno esentati.
Anche George Saravelos di Deutsche Bank ritiene che l'incertezza sia elevata e che i fattori chiave saranno “la portata e la velocità dei cambiamenti politici. Se l'agenda di Trump verrà attuata in pieno e rapidamente senza una risposta politica di contrasto da parte dell'Europa o della Cina, potremmo vedere il cambio euro/usd scendere attraverso la parità a 0,95 o anche al di sotto. Un “approccio più equilibrato” da parte di Trump - che prevede ancora una tariffa universale del 10% con un periodo di attuazione di due anni, ma con un'aliquota inferiore del 30% sulla Cina e politiche meno estreme sulla deregolamentazione e sull'immigrazione - vedrebbe l'euro toccare quota 1 dollaro, secondo Saravelos.
Anche secondo un modello elaborato dagli economisti di Barclays, l'euro raggiungerebbe la parità con il dollaro con una tariffa del 10% sui prodotti europei e una conseguente ritorsione.
Lo stesso risultato è stato citato come possibilità nelle prospettive valutarie del 2025 di Goldman Sachs. La banca ha rivisto la sua opinione secondo cui il dollaro si sarebbe gradualmente ridotto nel corso dell'anno e si aspetta ora, invece, che la valuta statunitense sia “più forte più a lungo”. Allo stesso tempo, GS ha rivisto al ribasso le previsioni sull'euro, con gli economisti che “non vedono più prospettive economiche favorevoli a una graduale ripresa” della moneta unica, con fattori quali la vulnerabilità dell'Unione europea all'incertezza commerciale globale e la Bce che continua a tagliare i tassi mentre la Fed toglie il piede dall'acceleratore. Comunque sia per Goldman l'euro potrebbe anche sorprendere al rialzo se la politica commerciale finisse per essere “più benigna” o se i tassi reali nell'area euro, che sono aggiustati per l'inflazione, rimanessero più alti del previsto.
alb
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2014:59 nov 2024