MILANO (MF-NW)--La crescita economica è sempre più frammentata, con alcuni settori che mostrano maggiore resilienza di altri, ma non mancano rischi nel breve termine. Negli Stati Uniti, il ritorno di Donald Trump alla presidenza dovrebbe favorire la crescita, mentre in Asia un'ampia ripresa trainata da un'accelerazione dei Paesi Asean, unitamente alle politiche di sostegno cinesi, offre opportunità per investimenti mirati nel 2025. L'Europa, invece, ha davanti a sé un cammino complesso, con elezioni importanti che si terranno in Germania e probabilmente anche in Francia, mentre i diversi Stati sono alla ricerca di un consenso sulla direzione che dovrà prendere.
Questo il quadro generale delineato da Ubp presentando l'outlook per il 2025. La banca privata svizzera si aspetta che, a fine 2025, l'inflazione dei salari e dei servizi potrebbe innalzarsi nuovamente alla fine del 2025, rinnovando così i timori di un aumento dei rendimenti obbligazionari e sottolineando l'importanza di una gestione attiva del rischio. Anche le tensioni geopolitiche rimangono un fattore rilevante e, pertanto, le società nel settore della difesa e l'oro si delineano come opzioni d'investimento strategiche.
Nel 2025 la crescita mondiale dovrebbe attestarsi attorno al 3,1% e quella statunitense al 2-2,5%, sostenuta dalle politiche a favore delle imprese della nuova amministrazione Trump. Al di fuori degli Usa, tuttavia, il trend sarà più frammentato a causa delle tensioni commerciali, sebbene l'Asia (con un +3,8%) farà da traino, soprattutto grazie all'India (+6,5%). La crescita cinese dovrebbe stabilizzarsi al 4,7%, nonostante il persistere dei rischi. In Europa è attesa una crescita contenuta (1% nell'Eurozona e 1,6% nel Regno Unito), con i Paesi del Sud Europa come la Spagna e il Portogallo che performeranno meglio di Germania e Francia. Questi, infatti, dovranno far fronte alla necessità di limitare la spesa pubblica, alla lenta transizione verso nuovi settori di crescita e all'instabilità politica. I Paesi dell'Eurozona con i livelli di spesa pubblica più elevati, ossia Francia e Italia, dovranno seguire una politica di bilancio più rigorosa, ma possono tuttora affrontare le sfide climatiche e tecnologiche ricorrendo ai fondi dell'Unione europea.
Anche l'inflazione non sarà omogenea e Ubp vede pressioni inflazionistiche maggiori in Paesi a forte crescita come Stati Uniti e Regno Unito, mentre Francia, Germania e Cina potrebbero dover far fronte a una crescita debole e rischi di deflazione. Inoltre, l'Europa si troverà a fare i conti con un altro anno di incertezza politica nel 2025, con le elezioni in Germania e probabilmente anche in Francia.
In questo scenario, la Svizzera e la Scandinavia si distinguono per le interessanti opportunità d'investimento che offrono, spinte dall'innovazione e dall'elevata redditività che le caratterizzano. Settori quali la difesa si dimostrano promettenti, mentre alcuni titoli finanziari e le azioni del Regno Unito offrono prospettive di ripresa ciclica. La resilienza sarà un aspetto essenziale per gli investitori nel 2025 e i settori dell'healthcare e della difesa offrono basi solide. Questo nonostante i titoli delle società farmaceutiche e biotecnologiche, storicamente resilienti, abbiano visto scendere le loro valutazioni al di sotto dei livelli di mercato a causa di diversi fattori di incertezza, tra cui l'Inflation Reduction Act.
Nel frattempo, il rame e l'alluminio, che hanno un ruolo cruciale per la transizione verde e l'AI, potrebbero beneficiare dell'offerta più ridotta e dell'aumento degli investimenti nelle iniziative green statunitensi e cinesi.
L'aumento dei rendimenti obbligazionari potrebbe mettere alla prova gli investitori: non si escludono rendimenti del 5% per i Treasury Usa a 10 anni se l'inflazione rimarrà persistente o se verranno adottati importanti stimoli fiscali. In questo contesto, gli hedge fund rappresentano un'opzione interessante, in quanto le strategie relative value e di arbitraggio riducono la volatilità dei tassi d'interesse e le strategie macro/long-short mitigano i rischi del mercato azionario.
Negli ultimi mesi del 2024 le autorità cinesi hanno cominciato a introdurre alcuni stimoli e misure per iniettare capitale nel sistema bancario (complessivamente inferiori all'1% del Pil), comunque non equiparabili ai precedenti sforzi su larga scala compiuti in Cina e in altri Paesi. "Non è chiaro se la Cina seguirà la strategia del 1998 per liberarsi dei mutui ipotecari inesigibili e concentrarsi sui finanziamenti alle imprese a favore della crescita", commentano gli esperti. Mentre prosegue la riforma del mercato immobiliare, la Cina intende stimolare i consumi, sebbene ciò rappresenti solo un piccolo passo negli sforzi per riequilibrare l'economia.
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0413:32 dic 2024