MILANO (MF-NW)--Saldo negativo intorno di 26 miliardi di euro per piazza Affari. Si aggira intorno a questa cifra la differenza in termini di capitalizzazione tra delisting e nuove quotazioni nel 2024, un anno che ha visto nomi storici come Tod's lasciare il listino e l'Egm protagonista dei nuovi ingressi. La lunga lista delle società che lasciano la piazza milanese è destinata peraltro ad allungarsi, con 5 altri delisting annunciati a dicembre.
EGM NON BASTA
A fronte di una capitalizzazione da 27,8 mld euro per le società che hanno già lasciato Milano nel corso dell'anno in chiusura, è di poco oltre il miliardo la capitalizzazione di quelle che hanno invece deciso di quotarsi. L'uscita di Cnh I., che ha preferito restare quotata solo a Wall Street, a gennaio era costata 15 mld di capitalizzazione, quella di Tod's 1,2 mld e quella di Saras 1,58 mld, per citare tre big che hanno detto addio a piazza Affari nel 2024. UnipolSai, uscita da piazza Affari nell'ambito di un riassetto del gruppo Unipol, ha pesato per 6,78 mld.
Numeri che si confrontano con i 300 mln di market cap all'ipo di Next Geosolutions, per citare il listing più corposo dell'anno della ventina segnata da piazza Affari.
LA LISTA SI ALLUNGA
E la lista delle uscite da Milano è destinata ad allungarsi presto, alla luce dei delisting già annunciati. Unieuro lascerà lo Star dopo l'opas di Fnac Darty e Ruby Equity Investment sulla totalità delle azioni. A dire addio a piazza Affari saranno anche NB Aurora, Nvp, Comal, Beghelli, Mittel e Friulchem. "Nella maggior parte dei casi" alla base dei delisting "non sono motivi industriali, sono motivi di prezzo, sono motivi legati al fatto che in questo momento, soprattutto sull'Egm, abbiamo dei target price che sono molto lontani da quello che poi viene espresso dalle quotazioni di Borsa. Allora gli imprenditori accettano di vendere la maggioranza della loro società o ad altri industriali, ma soprattutto a fondi di private equity, che pagano di più rispetto a quello che paga in questo momento la Borsa. E' successo anche in altre parti d'Europa, Milano non è tra i listini più compromessi: per esempio a Londra ci sono stati 88 delisting, 33 a Stoccolma, 34 a Parigi", ha commentato a Class Cnbc Giovanni Natali, ad e dg di 4Aim Sicaf. "Non è poi sempre un fattore patologico. Nel momento in cui gli investitori accettano di aderire a un'opa avranno delle risorse finanziarie che potranno investire in nuove ipo", ha aggiunto Natali. Per il 2025, ha concluso Natali, "dipende da quando partirà il fondo di fondi. Ce lo aspettiamo per maggio, se arrivano i primi soldi per maggio la grande sfornata di ipo che è a fine primavera/inizio estate potrebbe essere un boom. Se perdiamo quello slot potrebbe essere un grosso problema".
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3015:30 dic 2024