MILANO (MF-NW)--"Gli avvertimenti ci sono da mesi, ma ora sembra inevitabile: i dazi di Trump sulle merci europee stanno arrivando", ha dichiarato Jacob Falkencrone, global head of investment strategy di BG Saxo e Saxo Bank. Il presidente degli Stati Uniti ha già imposto tariffe su Cina, Canada e Messico, per poi raggiungere un accordo con le ultime due che ne sospende l'entrata in vigore, e ora sembra aver messo gli occhi sull'Unione europea, definendo la bilancia commerciale degli Usa con il Blocco "un'atrocità" e promettendo che i dazi "ci saranno sicuramente".
Con l'escalation delle tensioni e i leader europei che promettono di "rispondere con fermezza", il rischio di vere e proprie interruzioni commerciali sta crescendo, sostiene l'analista. Trump ha impiegato molte volte in passato le minacce tariffarie estreme come tattica negoziale, ma i mercati stanno reagendo come se questa volta fosse diverso, sottolinea Falkencrone. Nelle precedenti guerre commerciali (come con la Cina nel 2018 durante il primo mandato di Trump), i dazi sono stati inizialmente visti come merce di scambio, per poi essere imposti ugualmente, danneggiando entrambe le parti prima che venisse raggiunto un accordo.
Tra le aziende europee più esposte ai dazi ci sono le case automobilistiche. I produttori di vetture della regione, infatti, esportano ogni anno negli Usa veicoli per un valore di miliardi di euro. Una tariffa del 25% sulle importazioni di auto europee, come ha suggerito Trump, renderebbe questi veicoli significativamente più costosi per gli acquirenti americani e, secondo le stime degli analisti, potrebbe ridurre i profitti per alcuni produttori del 5% o più.
Le società del lusso europee come Lvmh, Hermès e Burberry, tra le più importanti del settore, ricavano una quota significativa delle entrate dai consumatori americani e sono quindi anch'esse esposte a un aumento dei prezzi dei propri prodotti in America. Simili rischi per l'agricoltura e il settore dell'alimentazione. L'Ue esporta quantità significative di prodotti alimentari e bevande negli Stati Uniti, tra cui vino francese, formaggio italiano e olio d'oliva spagnolo.
"Aziende come Siemens, Schneider Electric e Airbus potrebbero vedere un aumento dei costi e un posticipo dei nuovi contratti. Con le catene di approvvigionamento già messe a dura prova dalle precedenti interruzioni, qualsiasi nuova barriera commerciale non farà che aumentare le sfide", prevede l'esperto.
Rispetto all'impatto sui prezzi, se le imprese trasferissero il costo delle tariffe ai consumatori, l'inflazione in Europa potrebbe aumentare, prevede l'esperto. Tuttavia, alcuni analisti sostengono che il rallentamento economico generale causato dalle tariffe potrebbe bilanciare la pressione al rialzo dei dazi, tenendo sotto controllo i prezzi. Nel caso di dazi in vigore per lunghi periodi di tempo si apre anche lo scenario di una recessione, che colpirebbe in particolare la Germania, a causa della dipendenza di Berlino dalle esportazioni, i settori automobilistico, industriale e del lusso, mentre le aziende che puntano sul mercato interno potrebbero essere più resilienti.
esa
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0416:30 feb 2025