11:33 | 11 feb 2025

FOCUS: dazi Usa peseranno su Paesi interessati ed economia globale (Mfs IM)

MILANO (MF-NW)--Dopo che sabato scorso la Casa Bianca ha annunciato dazi del 25% sull'importazione da Canada e Messico e del 10% su quelle dalla Cina, le frenetiche trattative di Washington con i due Paesi confinanti hanno portato a una pausa di 30 giorni dell'aumento tariffario, in cambio di concessioni relative alla sicurezza delle frontiere. Al contrario, i dazi contro il Dragone sono entrati in vigore, e Pechino ha annunciato una serie di tariffe di ritorsione, tra cui una del 15% su una quantità contenuta di importazioni di energia Usa e un'aliquota del 10% su petrolio e attrezzature agricole americane. Benoit Anne, managing director strategy and insights group di Mfs IM, spiega quali effetti le tensioni commerciali potrebbero avere sugli Stati interessati e sull'economia globale.

I tre Paesi colpiti stanno pianificando misure di ritorsione in caso di imposizione dei dazi Usa, presentando rischi di un'escalation della guerra commerciale. Allo stesso tempo, le misure tariffarie potrebbero venire contestate nei tribunali statunitensi a causa dell'uso, da parte del presidente Donald Trump, dei poteri di emergenza previsti dall'International Economic Emergency Powers Act (Ieepa). Infine, c'è il rischio che l'amministrazione americana estenda le tariffe ad altri Paesi o regioni, tra cui l'Eurozona.

I dazi potrebbero agire come uno shock stagflazionistico sull'economia Usa, con un impatto negativo sulla crescita, stimato al -1%, e una spinta all'inflazione, stimata al +0,5%. "Poiché i dazi sono una tassa sui consumatori, si prevede che la domanda interna ne risenta direttamente", dichiara l'analista. Per il Canada e il Messico, invece, l'impatto sulla crescita sarà molto più grave, prevede Anne, poiché una parte sostanziale delle esportazioni totali canadesi e messicane è destinata agli Stati Uniti, rispettivamente per il 77% e l'83%. In generale, se gli sviluppi tariffari degenerassero in una guerra commerciale, le prospettive di crescita globale sarebbero fortemente a rischio.

Gli Stati Uniti importano ogni anno circa 210 miliardi di dollari di auto e componenti dai due vicini. La struttura della catena di approvvigionamento del comparto in Nordamerica rende l'automotive il settore più a rischio. "È probabile che i fornitori di auto subiscano un forte calo dei profitti e molto dipenderà da come riusciranno a rinegoziare i contratti con i produttori di autoveicoli di autoveicoli Usa", spiega l'esperto.

Per quanto riguarda le materie prime, i produttori di petrolio canadesi potrebbero dover assorbire parte di questa tariffa e le raffinerie del Midwest sono le più esposte.

I dazi faranno aumentare i prezzi nel settore alimentare, compresi quelli dei prodotti e delle carni importate dal Messico, con un possibile effetto negativo su margini e volumi dei rivenditori e dei ristoranti statunitensi, poiché i distributori cercano di trasferire l'impatto su queste attività, che potrebbero aumentare i prezzi di conseguenza. Allo stesso modo, la crescita dei costi del carburante dovrebbero essere un freno per i distributori di generi alimentari, dato che gestiscono flotte considerevoli.

Gli sviluppi tariffari potrebbero ridurre ulteriormente la capacità della Federal Reserve americana di allentare la politica monetaria, dato il potenziale effetto di aggiustamento una tantum sui prezzi interni. Di conseguenza, è probabile che i tassi front-end salgano, innescando un certo appiattimento della curva. "Inoltre, è probabile che il costo dell'energia negli Stati Uniti aumenti, il che di solito tende a riflettersi in un aumento dell'inflazione di pareggio, un segnale di mercato che indica che gli investitori sono pronti a prezzare un aumento dei rischi di inflazione".

esa


MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1111:33 feb 2025