(ClassCnbc News) (CLASS NEWS) Il nome di Mattia Torre è stato tra le firme dietro la fortunata serie cult Boris, ma non solo.Formatosi nell'ambiente teatrale capitolino, lo sceneggiatore, commediografo e regista (morto nel 2019 a soli 47 anni dopo una malattia) ha scritto lavori teatrali, monologhi, programmi televisivi tutti caratterizzati da quello che Alberto Rollo - scrittore che con lui ha collaborato - definisce un "friccicorio, un'energia" particolare.Ma anche "dall'onestà nel racconto della società", come sostiene lo sceneggiatore Luca Vendruscolo. Ora tra i suoi lasciti ci sarà pure un'opportunità per giovani autori di emergere in un settore - quello della scrittura - spesso difficile. È il premio Mattia Torre, presentato stamattina al Polo del cinema e dell'audiovisivo della Regione Lazio, nato per promuovere i talenti under 35.Si potrà presentare un'opera inedita in lingua italiana (racconti e monologhi umoristici, di satira di costume e sociale) entro il 31 luglio di quest'anno. La premiazione si svolgerà nel corso di una due giorni dedicata a Torre, il 3 e il 4 ottobre, al Teatro dell'Unione di Viterbo. In palio 2000 euro per il testo scelto dalla giuria e 1000 per il preferito dal pubblico. Il racconto o monologo selezionato dalla giuria sarà letto durante una puntata di Propaganda Live su La7 e sarà premiato con un'opera rappresentante un faro, logo del concorso: "Tipico simbolo della Tuscia, peraltro - ha scherzato la moglie, Francesca Rocca Torre -. Cerchiamo giovani autori che abbiano la cifra di Mattia e siano piccoli fari nel momento complesso in cui viviamo". Il concorso è organizzato dal Tuscia Film Fest/Associazione Cineclub del Genio di Viterbo in collaborazione con la famiglia e i suoi cari. "Mattia ha scelto la Tuscia come luogo d'adozione ed è dove ha scritto le ultime opere", ha continuato Rocca Torre. È pure stata oggetto delle sue battute: "Ne aveva una sul piccione salviniano - ha ricordato il suo collega e amico, Valerio Aprea -. Il protagonista è un prototipo di radical chic.A un certo punto un piccione lo guarda quasi con schifo, pensando al suo fuoristrada imbrattato di fango della Maremma. E lui precisa, infuriato: non è la Maremma, è la Tuscia". "Un premio ti costringe a scrivere - ha commentato Giacomo Ciarrapico, che di Torre è stato collaboratore e amico d'infanzia -. Quando hai una scadenza sei costretto a scegliere.Ed è un modo per incoraggiare i ragazzi a non aver paura di affrontare una carriera non semplice: ogni tanto hai bisogno di farti dire che funziona quello che stai scrivendo". Alla presentazione sono accorsi molti colleghi, con tantissimi volti conosciuti: primi tra tutti i membri del cast di Boris. Da Alessandro Tiberi, lo stagista, a Pietro Sermonti, che interpretava Stanis. Passando per un emozionatissimo Carlo De Ruggieri (lo "schiavo"). "Ci sono momenti in cui mi verrebbe da condividere idee, risate ancora con Mattia - ha spiegato De Ruggieri - in un certo senso continua a esserci un dialogo".Tanti i ricordi riaffiorati, come quello "delle partite di calcio sotto Castel Sant'Angelo", rievocate da Tiberi: "Mattia teneva sempre un pallone in macchina". C'era pure Margherita Vicario, cantautrice e recente regista di 'Gloria!', che di Torre ha ricordato l'eredità "nella libertà e nell'originalità", oltre che "nell'importanza data agli amici".In collegamento da Milano, non è mancata all'appello Geppi Cucciari: "Credo il premio sia una grande opportunità per le persone che sono cresciute con Mattia - ha detto - è pieno di ragazzini che hanno visto Boris molti anni dopo che è stato mandato in onda per la prima volta". E ha aggiunto: "Vengo da due repliche di Perfetta a Genova (di cui Torre è autore, ndr), e ogni volta che si spengono le luci prima dell'inizio io penso a Mattia, gli chiedo: 'Ma perché sono qua?'. Quando finisce mi dico sempre che quell'applauso è per lui, spero gli arrivi".