MILANO (MF-NW)--L'attenzione degli operatori in queste settimane era concentrata sull'impatto dei dazi sui numeri dell'inflazione negli Stati Uniti. Tuttavia, "per ora quello che si vede è poco e niente. È infatti ancora troppo presto, vista anche la corsa degli importatori ad anticipare gli acquisti prima dell'entrata in vigore delle tariffe", afferma Filippo Casagrande, chief of investments di Generali Investments. In aggiunta, eventuali pressioni al rialzo sono state più che compensate dalla discesa dei prezzi dell'energia, con il petrolio sceso fino sotto i 60 dollari al barile, il valore più basso da inizio 2021.
IL CALO DEL PETROLIO SPINGE AL RIBASSO LA COMPONENTE ENERGIa
Negli Stati Uniti, i dati pubblicati per il mese di aprile mostrano un ulteriore lieve rallentamento dell'inflazione complessiva, scesa al +2,3% su base annua, grazie ai prezzi dell'energia in calo (-3,7%) e al rallentamento della componente degli alimentari, spiega l'esperto. L'inflazione core rimane ferma al +2,8%, mentre la componente dei servizi core non volatili, "che teniamo sotto osservazione attentamente", sottolinea Casagrande, è scesa leggermente, arrivando al +3,8%. "Un valore ancora piuttosto elevato, ma in graduale calo da diversi trimestri", evidenzia il manager. Nell'Eurozona, le stime preliminari per il mese di aprile mostrano un tasso di inflazione complessiva al +2,2% su base annua, invariato rispetto a marzo. L'inflazione core, per contro, riaccelera e arriva a quota +2,7% dal precedente +2,4%, con quella dei servizi che torna al +3,9%, dopo il +3,4% visto in marzo. "I numeri di marzo erano stati distorti al ribasso dal ritardo delle festività pasquali (ad aprile quest'anno, in marzo nel 2024) e ora torniamo a vedere numeri più alti. Sembra ad ogni modo lecito attendersi un lieve calo dell'inflazione core e dei servizi a partire dal prossimo mese, sebbene rimaniamo su livelli storicamente ancora piuttosto elevati", osserva Casagrande, aggiungendo che il calo dei prezzi dell'energia dovrebbe aiutare la situazione in Eurozona. Tuttavia, guardando in avanti, il team di Generali Inv. continua a vedere una "persistenza" dell'inflazione dei servizi a livelli elevati. "È difficile vedere un calo significativo di questa componente in assenza di un deterioramento marcato del mercato del lavoro. Se negli Stati Uniti abbiamo visto un lieve rialzo della disoccupazione, in Eurozona siamo ancora ai minimi storici e questo continuerà a sostenere le richieste salariali e conseguentemente l'inflazione dei servizi", sottolinea l'esperto
LA BCE CONTINUA A TAGLIARE, POWELL RIMANE IN ATTESA
"Continua il doppio binario: da un lato la Fed attendista, tra rischi al ribasso sulla crescita ma incertezze sul possibile impatto al rialzo dei dazi sull'inflazione. Dall'altro, la Bce, che continua il suo ciclo di tagli, confidente in un rientro sostenibile dell'inflazione verso il 2%", ricorda il manager, evidenziando che per quanto riguarda l'impatto dei dazi, al momento regna l'incertezza. "Potrebbero volerci ancora alcuni mesi prima di vedere effetti concreti sui numeri dell'inflazione dei beni alla produzione prima, e sui prezzi al consumo dopo", aggiunge l'esperto, puntualizzando che i bassi livelli del petrolio e dell'energia sono un fattore chiave per contenere le pressioni al rialzo. "Questo dà tempo alle banche centrali (Fed in primis) per valutare con più calma l'evolversi della situazione", spiega Casagrande. Gli investitori ora vedono la Fed effettuare due tagli entro fine 2025, mentre, per quanto riguarda la Bce, il mercato vede ancora due tagli entro fine 2025 (quindi un tasso sui depositi all'1,75%).
ALLOCAZIONE STRATEGICA: HIGH YIELD EUROPEO, PRUDENZA SU AZIONARIO USA
Nel mondo obbligazionario, "siamo aperti a posizionamenti costruttivi, in particolare sul comparto in euro", afferma il manager. Con i tassi reali vicini ai potenziali di crescita, secondo Casagrande i bond governativi core offrono una remunerazione adeguata del rischio ed eventuali rialzi dei tassi Bund rappresentano occasioni di accumulo. Sui tassi Bund tedeschi, consideriamo l'area tra 2,4%-2.5% come punto di neutralità. Un rialzo in area 2,7-2,8% rappresenta un'opportunità di aumento della duration di portafoglio. "Rimaniamo costruttivi sui Btp italiani, con lo spread in consolidamento attorno all'area 100 punti base, ai minimi da settembre 2021", prosegue l'esperto, mentre sui tassi americani l'atteggiamento "è più prudente". Se l'area 4,3%-4,4% può essere considerata come un'area di equilibrio, commenta Casagrande, le incertezze sull'impatto dei dazi e sulla politica fiscale USA possono portare a movimenti marcati e "i rialzi dei tassi vanno valutati con attenzione prima di essere considerati come chiare opportunità di investimento". Guardando al comparto del credito, "rimaniamo moderatamente costruttivi", commenta il manager, spiegando che gli spread, pur già in riduzione rispetto ai picchi di inizio aprile, rimangono sopra i minimi dell'anno e offrono opportunità di investimento. "Continuiamo a privilegiare la qualità, con un'attenta azione di selezione, anche per evitare i titoli maggiormente esposti ai rischi dazi. Il mercato High Yield europeo rimane una fonte interessante di rendimento con una bassa esposizione duration, pur consapevoli dei rischi in caso di deterioramento del quadro macroeconomico", aggiunge l'esperto. Sul comparto azionario, il team di Generali Inv. conferma un atteggiamento complessivamente prudente, soprattutto in Usa, poichè rimangono "varie incertezze" sul tema dazi e sul piano della crescita e del finanziamento del deficit. Il forte rally delle ultime settimane ha riportato i mercati vicini ai massimi storici e le valutazioni sono tornate a livelli storicamente elevati negli Stati Uniti, sottolinea il manager. In questo contesto, "preferiamo concentrarci su alcuni temi strutturali, come il comparto dei finanziari (elevata profittabilità), e/o i gold miners e i titoli della difesa europea (programmi pluriennali di investimenti pubblici)", conclude Casagrande.
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2911:22 mag 2025