10:42 | 26 giu 2025

FOCUS: debolezza usd favorisce debito mercati emergenti (Vontobel)

MILANO (MF-NW)--I dati preliminari di maggio indicano modesti afflussi retail per circa 1 miliardo di dollari verso le obbligazioni dei mercati emergenti, principalmente in valuta locale, che dovrebbero essere le principali beneficiarie di un probabile mercato ribassista del dollaro. È quanto afferma Carlos de Sousa, Emerging Market Debt Portfolio Manager di Vontobel, aggiungendo che "la deviazione dall'eccezionalismo Usa crea un contesto favorevole per il debito dei mercati emergenti".

Le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti (Gbi-EM) hanno registrato una sovraperformance significativa quest'anno, con un rendimento totale (in usd) superiore al 10% in poco più di cinque mesi. De Sousa ritiene che vi siano ragioni "convincenti" per prevedere un calo continuo del dollaro, che creerebbe condizioni favorevoli per una performance superiore sostenuta di questa asset class. "Crediamo inoltre che una pausa dell'eccezionalismo statunitense per almeno uno o due anni sia altamente probabile, considerando le politiche e condizioni attuali", aggiunge l'esperto.

LA CRESCITA USA STA RALLENTANDO MENTRE CALA LA FIDUCIA IN ISTITUZIONI

In particolare, de Sousa prevede un rallentamento economico "più pronunciato negli Usa rispetto al resto del mondo". La forza del dollaro nell'ultimo decennio è stata sostenuta dalla solidità dell'economia statunitense. Tuttavia, la crescita è ora in una fase di rallentamento e anche la fiducia nelle istituzioni americane, che svolge un ruolo strutturale, è in calo. L'esperto guarda anche al tema della sostenibilità dei deficit fiscali elevati e persistenti degli Stati Uniti. Nel medio termine, il governo americano dovrà procedere a un significativo aggiustamento a livello fiscale, che peserà sulla crescita del Pil e sul biglietto verde, oppure avvicinarsi a un regime di egemonia fiscale, spiega de Sous. "Ciò comporterebbe un'inflazione permanentemente più elevata negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo sviluppato, con ulteriori ripercussioni negative sul dollaro", sottolinea l'esperto. Il biglietto verde quindi appare sopravvalutato sulla base delle misure della parità del potere d'acquisto e del tasso di cambio effettivo reale, anche dopo il deprezzamento osservato quest'anno. Date le aspettative di un'inflazione relativamente più elevata negli Usa e di un vantaggio ridotto in termini di crescita rispetto ad altri mercati sviluppati, un aggiustamento del tasso di cambio sembra essere l'esito più probabile.

DEBITO MERCATI EMERGENTI FAVORITO DA DINAMICHE DI DISINFLAZIONE

Secondo de Sousa, un calo prolungato del dollaro rafforzerebbe "significativamente" il sentiment nei confronti degli asset dei mercati emergenti, in particolare delle obbligazioni in valuta locale, che si apprezzerebbero con l'aumento della valutazione delle obbligazioni denominate in valute dei mercati emergenti in concomitanza con l'indebolimento del dollaro statunitense. Inoltre, prosegue l'esperto, mentre lo shock dei dazi è inflazionistico per gli Usa, sul resto del mondo dovrebbe avere un effetto disinflazionistico (ipotizzando che la maggior parte dei Paesi si astenga da misure di ritorsione). Gli effetti disinflazionistici dovrebbero fornire alle banche centrali dei mercati emergenti la flessibilità necessaria per adottare politiche monetarie meno restrittive, che a loro volta ridurrebbero i costi di rifinanziamento interni sia per i governi che per le società dei mercati emergenti. Le condizioni di finanziamento interno più favorevoli che ne deriverebbero, insieme alla riduzione dei costi dei beni capitali importati, tipicamente denominati in dollari, dovrebbero stimolare gli investimenti reali nei mercati emergenti. Questa dinamica finirebbe per favorire un'accelerazione della crescita economica, creando un circolo virtuoso. "Inoltre, i tassi di interesse più bassi nelle economie emergenti darebbero impulso ai prezzi delle obbligazioni in valuta locale. Di conseguenza, le prospettive per i bond in valuta locale degli EM appaiono sempre più favorevoli", sottolinea de Sousa. Infine, conclude l'esperto, sebbene un'economia statunitense più resiliente del previsto potrebbe rappresentare un rischio per queste prospettive, non si tratterebbe di un rischio negativo, bensì di una sorpresa che favorirebbe il debito EM in valuta forte e il credito dei mercati sviluppati.

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

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