04:38 | 31 lug 2025

FOCUS: accordo commerciale Usa-Ue è compromesso squilibrato e con pochi dettagli (Coface)

MILANO (MF-NW)--Il 27 luglio Donald Trump e Ursula von der Leyen hanno annunciato un accordo che stabilisce un'aliquota tariffaria di base del 15% sulla maggior parte dei prodotti europei che entrano negli Stati Uniti. Questo compromesso squilibrato evita il peggio, ma indebolisce ulteriormente la competitività europea.

L'aliquota del 15% si applicherà a circa il 70% delle esportazioni dell'Ue verso gli Stati Uniti. Questo compromesso evita la minaccia di una tariffa del 30% inizialmente prospettata dal presidente statunitense, ma rimane comunque ben al di sopra dell'aliquota dell'1,2% applicata nel 2024. L'Ue si è inoltre impegnata a investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e ad acquistare prodotti energetici statunitensi per 750 miliardi di dollari in tre anni, impegni la cui fattibilità viene messa in discussione, si legge in un'analisi di Coface.

Nonostante la sua natura squilibrata, questo accordo pone l'Ue in una posizione relativamente privilegiata. Solo il Regno Unito gode di un trattamento più favorevole, mentre anche il Giappone affronterà un'aliquota del 15%, l'Indonesia e le Filippine del 19% e il Vietnam del 20%. Per i Paesi senza accordo Trump minaccia dazi compresi tra il 25% e il 50%. Questa "gerarchizzazione" dei partner commerciali statunitensi conferma la strategia di negoziazione bilaterale dell'amministrazione Trump, che privilegia i rapporti di forza bilaterali rispetto agli accordi multilaterali.

L'impatto sulle imprese europee sarà particolarmente severo in diversi settori chiave. L'industria siderurgica rimane soggetta a tariffe del 50%, mentre automotive, chimico e macchinari si trovano ora di fronte al 15%. Per il settore automobilistico, già indebolito dalla concorrenza cinese, questa tassa rappresenta un ulteriore ostacolo su un mercato statunitense cruciale.

La sfida è ancora più complessa considerando che l'apprezzamento del 13% dell'euro rispetto al dollaro da gennaio sta esacerbando la perdita di competitività di prezzo. Valutare l'impatto economico di queste tariffe dipende in gran parte da chi assorbirà i maggiori costi lungo la catena del valore, ovvero dagli esportatori europei (e dai loro fornitori) fino ai consumatori statunitensi. Recenti indagini condotte dalle banche regionali della Federal Reserve suggeriscono che le imprese e i consumatori statunitensi stanno assorbendo quasi il 90% dei costi aggiuntivi derivanti dagli aumenti tariffari. Tuttavia, per alcuni prodotti facilmente sostituibili, l'impatto potrebbe essere maggiore per gli esportatori europei. La capacità delle aziende europee di assorbire il peso delle tariffe appare già limitata in settori come acciaio, chimico e automobilistico.

L'accettazione da parte dell'Europa di un accordo sfavorevole, secondo Coface, si spiega con la volontà di evitare il peggio e ripristinare una certa stabilità commerciale. Riflette anche le divisioni interne all'Europa. I Paesi esportatori (Germania, Italia, Irlanda) e le nazioni dell'Europa orientale, preoccupati per le ripercussioni geopolitiche, hanno spinto per un rapido compromesso invece di rischiare un'escalation.

Così facendo, l'Ue preserva l'accesso al suo principale mercato extraeuropeo (il 20% delle sue esportazioni, escluse quelle intra-Ue), ma al costo di indebolire la propria posizione competitiva e di assumere impegni finanziari la cui realizzazione rimane incerta o addirittura impossibile.

Pietro Vargiu, country manager Coface Italia ha dichiarato che "l'accordo commerciale raggiunto tra Ue e Stati Uniti appare come una soluzione pragmatica per evitare un'escalation ancora più dannosa, ma lascia emergere un evidente squilibrio che incide negativamente sulla competitività delle imprese europee, in particolare nei settori strategici per l'Italia come automotive, siderurgico e chimico. In questo contesto di maggiore pressione tariffaria e di volatilità valutaria, è cruciale per le aziende italiane implementare strategie mirate per gestire efficacemente i rischi commerciali e finanziari. Da parte nostra, come Coface, confermiamo il massimo impegno nell'affiancare le imprese con soluzioni personalizzate e strumenti avanzati, consentendo loro di mitigare l'impatto delle nuove barriere tariffarie e di cogliere ogni opportunità di crescita sostenibile sui mercati internazionali".

cos


MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

3116:38 lug 2025