MILANO (MF-NW)--Il settore bancario a livello globale sta mostrando trend di resilienza in un contesto di incertezza. Avvicinandosi al nuovo anno, la lente degli analisti di S&P Global è rivolta ai rischi che potrebbero portare a una virata al ribasso della performance degli istituti a livello globale.
L'outlook sul settore, si apprende da una nota, rimane stabile nell'85% dei casi, tra le banche con rating attribuito da S&P. "Sebbene prevediamo che il settore bancario si adatterà bene a eventuali impatti di secondo ordine derivanti dall'aumento delle tariffe commerciali globali e dai conflitti regionali, i rischi per la nostra base di riferimento restano orientati al ribasso". Quattro i fattori principali: l'escalation dei conflitti (in particolare quello tra Russia e Ucraina e quello in Medio Oriente); una ricaduta più forte del previsto dei dazi sull'economia reale; l'indebolimento del contesto normativo bancario; infine, l'impatto ancora di difficile previsione delle nuove tecnologie (come l'intelligenza artificiale generativa), digitalizzazione, cybersecurity e cambiamenti climatici, che potrebbero ampliare la differenziazione del credito - dato che l'adattamento a tali cambiamenti potrebbe essere positivo o negativo.
In Europa, la debole crescita dell'economia potrebbe compromettere la salute finanziaria di aziende e famiglie, in particolare di quelle più vulnerabili. Ciò potrebbe indebolire la qualità degli attivi delle banche e offuscarne le prospettive di business. In parallelo, l'aumento della volatilità dei prezzi e delle turbolenze di mercato potrebbero destabilizzare gli istituti finanziari con strutture di finanziamento più deboli (in particolare quelli non bancari), esercitare pressione sulla loro liquidità e portare alla materializzazione di rischi di coda del mercato e inadempienze delle controparti. Di fronte alle sfide fiscali, i governi avrebbero una capacità limitata di sostenere l'economia in caso di necessità, rendendo più rischioso il contesto operativo delle banche, mentre l'incapacità di rafforzare la resilienza al rischio informatico potrebbe mettere a rischio la sostenibilità a lungo termine di alcuni istituti finanziari.
Le attese degli analisti di S&P sul settore europeo rimangono comunque, nel complesso, buone. Le banche sono attese mantenere bilanci solidi, con un capitale e una liquidità adeguati e una qualità degli attivi resiliente con Npl ratio contenuti. Anche La redditività rimarrà solida, secondo gli analisti, poiché gli effetti del calo dei tassi di interesse si attenueranno, l'erogazione di prestiti riprenderà, il costo del rischio e le spese operative rimarranno contenuti e i ricavi da commissioni aumenteranno. Nel frattempo, la graduale ripresa economica e i minori costi di finanziamento dovrebbero sostenere la qualità degli attivi delle banche e mantenere accessibili i costi del credito. L'eccesso di capitale e le migliori valutazioni incoraggeranno l'M&A e le autorità di regolamentazione faranno progressi nel programma di semplificazione normativa.
Negli Stati Uniti, le prospettive degli analisti sono più pessimiste rispetto al passato, alla luce dell'elevata incertezza che aleggia sull'economia e sul contesto normativo. Innanzitutto, l'economia (in termini di Pil) è attesa crescere meno della media e questo potrebbe portare a un peggioramento della qualità degli asset. Non è chiaro, inoltre, "in che modo i cambiamenti intrapresi dall'amministrazione Trump e dagli enti regolatori riusciranno a bilanciare efficienza ed efficacia con una supervisione meno rigorosa". A questo si aggiunge il tema, assurto agli onori di cronaca in tempi recenti, dell'esposizione creditizia di molte società a istituzioni non di natura bancaria: "Anche se non prevediamo che questi prestiti causeranno grossi problemi alle banche, i recenti default potrebbero preannunciare perdite maggiori del previsto", commentano da S&P. Tutto questo si inserisce in un contesto di prezzi degli asset elevati che, a loro volta, hanno portato a un aumento delle commissioni. "Una correzione inaspettata potrebbe pesare sui ricavi e aumentare il rischio di controparte".
In parallelo, la crescita degli asset è attesa rimanere probabilmente moderata. "Prevediamo che il settore aumenterà i prestiti di circa il 3% nel 2026", sottolineano gli esperti. Le fusioni bancarie accelereranno, favorite dal cambiamento nell'approccio delle autorità di regolamentazione. Le banche adegueranno poi la gestione finanziaria in base alle modifiche normative e, una volta che le autorità di regolamentazione aggiorneranno i requisiti patrimoniali e finanziari, la maggior parte delle banche risponderà adeguando i propri buffer in base ai requisiti aggiornati.
Ci sono anche buone notizie: la redditività, stimano gli analisti, rimarrà "ragionevolmente forte", con RoE in area 10,5%-11,5%. Il focus rimane sulle autorità di regolamentazione, che presenteranno diverse proposte: tra le più importanti figurano proprio gli aggiornamenti ai requisiti patrimoniali, ma potrebbero anche essere proposte o implementate modifiche alla liquidità, alla risoluzione, agli stress test, alla personalizzazione, alla supervisione e ad altri ambiti.
bon
andrea.bonfiglio@mfnewswires.it
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
1312:45 nov 2025