MILANO (MF-NW)--Perdono Commissione europea e Germania, vincono Belgio e Italia. Ma quel che conta, almeno per l’Ucraina, è aver ottenuto le risorse necessarie per difendersi altri due anni dalla Russia. Il Consiglio Europeo (i governi Ue) ha deciso di puntare sul debito comune per fornire a Kiev un prestito da 90 miliardi di euro a interessi zero. Scartato l’uso degli asset russi - misura sponsorizzata dai tedeschi Ursula von der Leyen e Friedrich Merz - che comunque rimarranno immobilizzati in Europa a tempo indeterminato.
Troppo alte le pretese del Belgio, dove sono custoditi 185 dei 210 miliardi dei beni di Mosca. Il primo ministro Bart De Wever aveva domandato agli altri Stati membri garanzie illimitate per tempo e ammontare in caso di contesa legale con la Russia. Richiesta indigeribile per Paesi indebitati come Italia e Francia, preoccupati anche per la possibile reazione dei mercati a una misura che poteva essere percepita come una confisca, contraria al diritto internazionale.
Quante incognite, insomma. Così l’Ue ha optato per il debito comune garantito dai margini del bilancio europeo. Per gli asset russi bastava la maggioranza qualificata, però l’Unione ha scelto di non andare contro Stati come Belgio e Italia. Per gli eurobond serviva invece l’unanimità e Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca (Paesi vicini a Vladimir Putin) avevano fatto capire di non essere disposti a finanziare l’Ucraina.
Ma chiudere il vertice senza un accordo non era accettabile, a meno di non voler confermare le parole di Donald Trump sulla debolezza degli europei. Così i leader hanno trovato un modo per aggirare l’ostacolo: Praga, Bratislava e Budapest hanno votato a favore a una condizione, potersi tirare fuori dall’accordo subito dopo e quindi non partecipare al prestito.
Un compromesso accettabile per tutti, soprattutto per l’Ucraina che ottiene i soldi di cui aveva bisogno. Senza contare che quella che sembra una sconfitta per la Commissione, potrebbe rappresentare in realtà una svolta storica per l’Ue. Il no all’uso degli asset russi ha riportato il debito comune di nuovo alla ribalta dopo la pandemia (Next Generetion Eu) e il prestito da 150 miliardi per la difesa di Safe.
Una via, quella degli eurobond, contro cui si è sempre battuta la Germania insieme ai Paesi Nordici. Ma la guerra di Putin ha cambiato le carte in tavola e creato una nuova consapevolezza tra i governi. Così dopo l’ultimo sì di Berlino, il debito comune è sempre meno un tabù in Europa.
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1910:26 dic 2025